giovedì 27 marzo 2014

La tappa finale di "Un lavoro in dote", il nostro progetto sull'accompagnamento al mondo del lavoro degli adolescenti stranieri è questo convegno/seminario. 
L'8 aprile in Regione L'8 aprile in Regione Marche.


giovedì 14 novembre 2013

Linee Guida sui minori stranieri non accompagnati

Credo sia il caso di parlarne

http://www.lavoro.gov.it/md/AreaSociale/Immigrazione/minori_stranieri/Pages/Minori_stranieri_non_accompagnati.aspx

mercoledì 16 ottobre 2013


Da Casa Lella vorremmo condividere con tutti voi la gioia per aver saputo che I.R. da poco maggiorenne, ha ottenuto un contratto di lavoro proprio nella ditta dove ha svolto tre mesi di tirocinio formativo grazie al Progetto "Un lavoro in dote". Ha avuto modo di farsi conoscere, sperimentarsi in un mestiere che non conosceva ma a cui era molto interessato. Grazie a questo traguardo sarà autonomo e indipendente; ha un posto dove stare e un lavoro per iniziare la sua nuova vita!
Un saluto da tutto lo staff di Casa Lella e da I.R.

lunedì 14 ottobre 2013


Parlo per conto di un ragazzo ospite della nostra comunità a Corinaldo, si chiama S.J.E' un ragazzo afghano che si trova in Italia dal 2011 e che ha seguito prima un percorso di formazione scolastica e poi uno di inserimento lavorativo, tramite anche questo progetto che gli ha dato la possibilità di instaurare un buon rapporto con il suo datore di lavoro e poi di mettere da parte qualche soldo che gli ha permesso di pagare una caparra per andare a vivere con un amico. Adesso S.J. è uscito dalla comunità ed ha ottenuto un contratto di lavoro presso la ditta dove ha effettuato il tirocinio.Si sta costruendo una vita.
Daniela e S.J.



martedì 1 ottobre 2013

LA DISOCCUPAZIONE GIOVANILE IN ITALIA



Appunti da una lezione universitaria di Sociologia del Lavoro

Perché la disoccupazione in Italia si concentra sui giovani?
Gli Insider sono gli adulti occupati che sono tutelati dalla legislazione sul lavoro, mentre gli outsider sono i giovani che rimangono fuori. Tuttavia esiste un’alta probabilità che gli occupati perdano il lavoro, ma lo ritrovano in fretta, per cui non compaiono tra i disoccupati.

Il rischio di restare disoccupato dipende dal grado di disoccupazione di un paese, però l’Italia è in una posizione anomala, perché il rischio è minore di quanto presupporrebbe il tasso di disoccupazione, pertanto chi è occupato e perde il lavoro ha più facilità di ritrovarlo.
Succede perché in Italia esistono troppe garanzie per gli occupati?
Le norme giuridiche e contrattuali riducono la discrezionalità delle aziende in tutti i paesi, l’OCSE ha costruito un indice di protezione dei lavoratori per i vari paesi (costruito però solo sulle norme giuridiche), che rileva un indice basso per GB, USA e Canada, valori medi per Svezia, Belgio e Olanda, valori alti per Italia, Francia, Germania e Spagna; questo indice ha dei limiti: non tiene conto dell’effettiva osservanza, inoltre c’è il lavoro indipendente che sfugge ad ogni regolamentazione e in Italia è molto forte, poi l’ambito di applicazione delle norme che esclude le piccole imprese.

C’è poi il problema della percezione di insicurezza del proprio posto di lavoro, in Italia questa sensazione è alta.Introduciamo allora un altro indicatore, che è la probabilità di separarsi dal lavoro (per dimissioni, per licenziamento o per chiusura dell’impresa), che in Italia non è bassa (1 lavoratore su 5 in un anno cambia lavoro). L’indice di rotazione dell’occupazione in Italia è dello stesso livello del Canada che ha un indice di protezione molto più basso; la spiegazione è dovuta alla forte presenza delle piccole imprese in Italia, dove la protezione è minima, dove quindi c’è molta mobilità, il turn over è altissimo.Alta mobilità del lavoro convive così con l’alta protezione, perché c’è il passaggio da un lavoro all’altro.
Negli altri paesi, si passa dal lavoro, alla disoccupazione, al lavoro, in Italia si va da lavoro a lavoro, senza transitare dalla disoccupazione. Questa diffusione cospicua di passaggi job to job, può dipendere dal preavviso di perdere il lavoro (ma Italia non ha periodo più lunghi); una larga fascia di lavoratori, consapevoli di essere in una condizione di instabilità, cambiano lavoro quando hanno la possibilità di averne un altro che appare più sicuro.
Le piccole imprese volutamente non crescono per evitare rigidità? Le piccole imprese hanno una mobilità strutturale che non dipende dalle normative di protezione.
L’OCSE ha così elaborato una seconda ipotesi, che dice che dove è maggiore la protezione normativa è maggiore la protezione dei maschi adulti, tuttavia non esiste una occupazione fortezza (come abbiamo visto prima con la rotazione); così la relazione: alta protezione – scarsa mobilità degli insider – alta disoccupazione degli outsider, non funziona.
I fattori sono altri:
dal lato della domanda di lavoro (scelte delle aziende): le aziende italiane preferiscono assumere gli adulti perché l’economia è poco innovativa: esperienza lavorativa degli adulti (l’esperienza conta molto se le cose non cambiano, nei contesti ad alta innovazione l’esperienza conta poco); sono i settori più innovativi che assumono più giovani; le aziende poco innovative hanno più bisogno di lavoratori che danno continuità anziché innovazione; inoltre, i paesi più innovativi si preoccupano di più dell’inserimento dei giovani nel mondo di lavoro, del rapporto tra istruzione e lavoro;
dal lato dell’offerta: gli adulti sono più attivi nella ricerca del lavoro perché i giovani rimangono più a lungo in famiglia, sono meno pressati dalla ricerca di un lavoro; i paesi con indennità di disoccupazione migliore vedono gli adulti meno pressati dalla ricerca di un lavoro adeguato, quindi la situazione è più equilibrata;
dal lato delle scelte della società, del comune sentire: quando l’occupazione è scarsa, vi è consenso di favorire chi ha più bisogno di lavorare, si da più importanza ai problemi economici degli adulti che ai problemi psicologici per l’assenza di lavoro per i giovani.


Cinzia Malaguti
fonte: http://www.vitamine.altervista.org/index.php/disoccupazione/7-disoccupazione-giovanile.html#.Uksejj9JSXA


I nuovi tirocini formativi e di orientamento nella Regione Marche


La Regione Marche, con DGR n. 1134 del 29/07/2013, ha approvato i nuovi principi e criteri applicativi per i tirocini, sulla base dell’art. 18 della legge regionale n. 2/2005 e delle linee guida nazionali, definite il 24/01/2013 in sede di Conferenza Stato – Regioni, ai sensi dell’articolo 1, commi 34-36 della legge 28 giugno 2012, n. 92.
La nuova normativa regionale, dovrà essere applicata ai tirocini extra curriculari attivati a partire da martedì 27 agosto 2013, giorno successivo a quello della pubblicazione della DGR 1134/2013 sul Bollettino Ufficiale della Regione Marche n. 68 del 26/08/2013.
Con questo nuovo regolamento regionale, la Regione Marche definisce il tirocinio come una misura formativa di politica attiva, non configurata come rapporto di lavoro, finalizzata a creare un contatto diretto tra un soggetto ospitante e il tirocinante allo scopo di favorirne l’arricchimento del bagaglio di conoscenze, l’acquisizione di competenze professionali e l’inserimento o il reinserimento lavorativo.

Con l’applicazione di questa delibera, nella Regione Marche le tipologie di tirocinio diventano quattro:
La prima, con finalità orientativa e formativa, è finalizzata ad agevolare le scelte professionali e l’occupabilità dei giovani nel percorso di transizione tra la formazione (scuola/università/formazione professionale) e lavoro, attraverso una formazione a diretto contatto con il mondo del lavoro. I destinatari sono le persone che hanno conseguito un titolo studio negli ultimi dodici mesi.
La seconda tipologia riguarda i tirocini di inserimento o di reinserimento al lavoro,  rivolti principalmente a disoccupati, persone in mobilità e inoccupati, ma attivabile anche in favore di lavoratori in cassa integrazione, sulla base di specifici accordi in attuazione delle politiche attive del lavoro per l’erogazione degli ammortizzatori sociali.
La terza tipologia riguarda i tirocini di orientamento e formazione o di inserimento e reinserimento in favore di persone svantaggiate (legge n. 381/91) nonché richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale.
La quarta tipologia riguarda i tirocini di orientamento e formazione o di inserimento e reinserimento in favore di persone con disabilità (ai sensi dell’art. 1, comma 1, della legge n. 68/1999).

Queste le novità più rilevanti che la nuova normativa della Regione Marche apporta all’istituto dei tirocini:
  • La durata massima dei tirocini è stabilita essere di 6 mesi, comprensiva delle eventuali proroghe e al netto di eventuali sospensioni per maternità, malattia lunga o infortunio. Per i soggetti svantaggiati e per i disabili è previsto che la durata del tirocinio possa essere rispettivamente di 12 e 24 mesi.
  • Il soggetto ospitante non potrà realizzare più di un tirocinio con il medesimo tirocinante.
  • I tirocinanti non devono aver avuto precedenti rapporti di lavoro con il soggetto ospitante e non potranno essere utilizzati per attività che non siano coerenti con gli obiettivi formativi del tirocinio stesso.
  • I soggetti ospitanti non potranno attivare tirocini per un periodo pari a 12 mesi qualora risultasse che, tra quelli di inserimento o reinserimento lavorativo già realizzati e conclusi negli ultimi 24 mesi, almeno un terzo dei tirocinanti non siano stati successivamente assunti, con un contratto di lavoro di durata almeno pari a quella del tirocinio concluso.
  • I soggetti ospitanti possono accogliere tirocinanti, in proporzione alla loro dimensione, con i seguenti limiti:
    • le unità operative con un numero di dipendenti a tempo indeterminato compreso tra zero e cinque: un tirocinante;
    • le unità operative con un numero di dipendenti a tempo indeterminato compreso tra sei e venti:  due tirocinanti;
    • le unità operative con un numero di dipendenti a tempo indeterminato superiore a ventuno: tirocinanti in misura non superiore al dieci per cento.
  • Al termine del tirocinio il soggetto promotore, anche sulla base della valutazione del soggetto ospitante, dovrà rilasciare al tirocinante un’attestazione dei risultati sulla base di uno specifico schema previsto dalla delibera regionale, specificando le competenze acquisite con riferimento ad una qualificazione prevista dal Repertorio regionale definito dalla Regione Marche.
  • L’esperienza di tirocinio effettuata dovrà essere registrata sul libretto formativo del cittadino, qualora il tirocinante abbia partecipato ad almeno il 75% della durata prevista dal progetto formativo.
  • A tutti i tirocinanti dovrà essere corrisposta un’indennità per la partecipazione al tirocinio di importo non inferiore a 350,00 euro lordi mensili, al superamento della soglia del 75% delle presenze mensili stabilite dal progetto formativo.
  • La Regione Marche, al fine di garantire il rispetto delle finalità previste in delibera, promuoverà un monitoraggio per analizzare le caratteristiche anagrafiche e professionali dei tirocinanti, la diffusione dei tirocini a livello regionale e i risultati occupazionali post tirocinio.
  • In caso di mancato rispetto di quanto previsto dalle convenzioni o dal progetto formativo individuale ai soggetti ospitanti sarà è fatto divieto di attivare ulteriori tirocini nei successivi 18 mesi. 
fonte: http://www.istruzioneformazionelavoro.marche.it/Lavoro/Tirocini.aspx

Un lavoro in Dote




Questo è il nome del progetto con cui un gruppo di partners formato dalla cooperativa sociale NuovaRicerca-AgenziaRes di Fermo, il Comune di Ancona, il Comune di Ostra (An), il Centro per l'Impiego di Fermo e dalle cooperative Casa Lella Onlus, Cooss Marche, Casa della Gioventù e Agorà d'Italia, ha ottenuto un finanziamento da ItaliaLavoro, per l'inserimento di minori stranieri non accompagnati (msna) nel mondo del lavoro. ItaliaLavoro è una società per azioni, totalmente partecipata dal Ministero dell'Economia e delle Finanze. Agisce come ente strumentale del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, ai fini della promozione e della gestione di azioni nel campo delle politiche del lavoro, dell'occupazione e dell'inclusione sociale.
"Un lavoro in Dote" mette a disposizione alcune borse lavoro per lo svolgimento di tirocini formativi mirati presso aziende del territorio, a favore di più di 20 minori stranieri o ex minori stranieri residenti in territorio marchigiano. Il progetto è partito operativamente all'inizio dell'estate 2013 ed è in pieno svolgimento. Si chiuderà nei primi mesi del 2014.
L'obiettivo finale di tutta l'attività progettuale è un contratto di lavoro per ogni singolo beneficiario.